tel. 049.8763120 - fax. 049.8752942 segreteria@zagarese.net

Nel mese di luglio 2014 sono state operate alcune modifiche alla direttiva 2011/96/Ue, meglio conosciuta come direttiva “madre-figlia”. Tali modifiche mirano a porre un rimedio alle asimmetrie impositive esistenti tra i diversi ordinamenti nazionali.

La direttiva 2011/96/Ue, riguardante il regime fiscale comune applicabile alle società madri e figlie di Stati membri diversi, è stata modificata dalla direttiva 2014/86/Ue. In maggior dettaglio, la modifica ha riguardato l’articolo 4, paragrafo 1, lettera a) della direttiva, con lo scopo di evitare che i benefici della stessa producano situazioni di doppia non imposizione con vantaggi fiscali involontari per i gruppi di società madri e figlie di Stati membri diversi rispetto ai gruppi di società di uno stesso Stato membro.

In sintesi, lo stato membro della società madre deve accordare l’esenzione per i profitti distribuiti dalla figlia a condizione che essi non siano deducibili nello Stato della figlia.

In altri termini, lo Stato del percipiente deve tassare la parte di utili deducibile nello Stato della fonte.

La modifica mira a impedire che vengano utilizzati strumenti ibridi, quali ad esempio prestiti da cui derivano dei proventi in grado di creare arbitraggi fiscali tra due o più Stati membri; da tale operazione scaturiscono infatti degli interessi passivi per lo Stato erogante e quindi deducibili dal reddito del pagatore (società figlia) e dei dividendi per lo Stato di destinazione e pertanto esenti ai sensi della direttiva in capo al percettore (società madre).

L’intervento legislativo ripropone quanto già previsto dall’articolo 44, comma 2, del TUIR, secondo il quale non si può ricorrere al trattamento di esclusione da tassazione dei dividendi alle remunerazioni degli strumenti finanziari che nel paese estero sono considerati titoli di debito che determinano la deducibilità degli interessi passivi.

La modifica introdotta dalla direttiva 2014/86/Ue dovrà essere recepita dagli stati membri entro il 31 dicembre 2015.